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venerdì 3 giugno 2011

Cinzia Marulli: prefazione a "Singolare Quotidianità" di Massimo Tassistro (Ed. Progetto Cultura)

In un’epoca in cui basta dare un sguardo fugace intorno a noi per vedere tutto rappresentato nella sua apparenza più straordinaria, nella sua eccezionale munificenza, in una visione ormai globale che ci pone davanti agli occhi uomini super muscolosi capaci di infinite prodezze e donne perfette e affascinantissime, insomma in un contesto dove oramai l’apparenza dell’apparire è molto più importante dell’essere, il nostro autore, Massimo Tassistro, ci sorprende invece con le sue storie e con i suoi protagonisti. A lui infatti non interessa scrivere di eroi finti e immaginari che cambiano la nostra percezione della realtà facendoci sentire sempre più piccoli ed insignificanti ma, al contrario, all’autore interessa parlare dell’UOMO, delle sue umanissime paure e dei suoi umanissimi limiti, di quelle piccole cose di tutti i giorni che rendono la nostra vita bella ma che, troppo spesso, ignoriamo chiudendoci, invece, nella gabbia delle nostre insoddisfazioni.  Massimo Tassistro ci ricorda infatti il piacere per “gli attimi di passione umana” riconducendoci  ad una dimensione reale e possibile del nostro status.
I protagonisti delle sue storie siamo noi, è l’autore stesso con i nostri ed i suoi limiti, ma questi limiti non sono barriere alla grandezza della natura umana,  anzi la connaturano rendendo titano l’uomo che ne acquista coscienza e consapevolezza e che li accetta facendone la propria più ovvia caratteristica.
I protagonisti degli scritti di Massimo Tassistro non sono i super-eroi, ma sono gli eroi-uomini. 
Su questo presupposto egli affronta le tematiche e le situazioni più varie allo stesso modo di come, del resto, accade nella vita reale:  passiamo quindi dall’amicizia all’incontro e all’accettazione dell’omosessualità, dall’apprezzamento per la libertà dell’individuo e per le piccole cose di tutti i giorni alla compassione per le persone che invece vivono situazioni di disagio.
Ma l’autore va anche più in profondità e ci mette in guardia ricordandoci sempre e costantemente che la vita è imprevedibile, che le cose che abbiamo, quelle piccole cose di tutti i giorni,  le persone care, gli affetti, le amicizie non devono essere date per scontate, ma sono doni immensi che possiamo perdere in qualsiasi momento, come a volte accade ai protagonisti dei racconti che si trovano, a volte, ad affrontare le perdite  e difficoltà con le risorse del loro animo trasmettendoci un importante messaggio salvifico.
I racconti di Massimo Tassistro sono uno spaccato di vita umana vista attraverso gli occhi di un bravo ragazzo, assennato, pacifico, sereno ma nello stesso tempo mai superficiale, anzi profondo nel suo pensiero e nelle sue considerazioni.
E’ come se l’autore ci prendesse per mano per condurci verso nuove prospettive che portano inevitabilmente alla rielaborazione dei nostri punti di riferimento e che rilegano i messaggi massmediatici contemporanei ad una sfera di falsità in quanto basati essenzialmente sull’apparenza per ritrovare, invece, una profondità di sentimenti e di principi.
Possiamo infatti dire, senza alcun dubbio che c’è un vero grande protagonista in tutti i racconti dell’autore ed è  l’humanitas con tutte le sue connessioni filosofiche e psicologiche.
Importante è anche rilevare come lo stile linguistico e narrativo utilizzato dall’autore sia pienamente in sintonia con i contenuti rappresentati. Si tratta di uno stile semplice, chiarissimo, di immediata e diretta comprensione perché, del resto, solo così il messaggio salvifico che Massimo Tassistro trasmette può giungere umanamente a tutti: tutto è armonico in questo libro e ciò che si percepisce è un profondo senso di pacatezza  piacevolmente interrotto, però, dalle emozioni che i sentimenti in esso espressi suscita.














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