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lunedì 4 luglio 2011

Massimo Pacetti su Agave di Cinzia Marulli

Su Agave di Cinzia Marulli Ramadori (LietoColle 2011)

Cinzia ha consegnato al nostro sentire e alla nostra sensibilità la sua raccolta poetica “Agave”: la nascita di una raccolta poetica è sempre un’emozione; svela angoli della bellezza e dell’esistenza rimasti in ombra e ci racconta di luoghi del cuore e dell’anima a noi sconosciuti; ci arricchisce in quel bisogno di conoscenza del quale siamo ogni giorno alla ricerca.
Cinzia dedica alla maternità, all’amore, alla forza della vita questo canto che evoca l’ancestrale disegno dell’universo. Un disegno che ha bisogno della vita umana per realizzarsi.
Agave, dal greco AGAUÓS ovvero Meraviglioso! Questo titolo raccoglie su di sè l’esistenza in tutte le sue dimensioni: umana, materiale, spirituale.
“Radice ti insinuasti/tra le zolle incolte/.../nel fiore esprimesti/il tuo sentire.” : c’è una vitalità, una potenza spirituale che non può sfuggire in una raccolta poetica che non ha un attimo di indecisione verso la grandezza della vita. Celebra la nascita e l’esistenza anche quando è colpita o minata dalla sofferenza. Celebra la nascita e la bellezza degli affetti: la madre, il padre, il figlio, il suo compagno di vita, gli amici. Sembra ridare senso alla vita con la maternità; il fiore che nasce.
E’ la donna-terra, è la creazione, è la rigenerazione. E’ l’amore, il fiore che inonda con il suo profumo, il suo sbocciare, l’esistenza. E anche quando si fa buio una finestra si spalanca sempre. C’è sempre uno squarcio di luce.
Agave: meraviglioso come la magia del mare che completa il segreto della vita, la perfezione degli elementi che racchiudono l’esistenza.
L’agave ha al suo apice una grossa spina. Come la vita, l’amore, l’esistenza stessa. E Cinzia non ci risparmia né cela il suo sentire, la sua spina.
Le spine pungono, fanno sanguinare, e quel fiore così bello può pungere. Ma niente può togliere alla bellezza della vita, dell’amore delle persone care. Cinzia diventa dunque la donna, l’amica, la compagna che ci ha fatto questo dono prezioso che alla superficialità e alla mollezza dei sentimenti, che talvolta traspare lungo il nostro cammino, non lascia uno spiraglio né una concessione d’indulgenza. Toglie, a chi non ama la vita, ogni parola per replicare.


                                                                                                                  Roma, giugno 2011
                                                                                                                    Massimo Pacetti

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