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mercoledì 27 luglio 2011

Vito Rizzo su Agave di Cinzia Marulli

Non me ne voglia l’autrice, ma il compito del critico è di fatto svuotato, o quantomeno reso superfluo dalle ottime introduzione e postfazione rispettivamente di Maria Grazia Calandrone  e Plinio Perilli che hanno brillantemente colto l’essenza stessa e la profonda umanità della poesia di Cinzia Marulli Ramadori.
Senza cedere spazio al “bonario risentimento” non resta che cercare di rimarcare o cogliere alcuni degli aspetti che emergono dai versi dell’autrice, lasciando un attimo da parte l’emozione del semplice lettore per forzare e dare spazio al lavoro del pignolo recensore.
Agave è la dimostrazione lampante di come un cuore sensibile ed attento alla vita possa trovare nella poesia lo strumento adatto a dare suono ed armonia alle emozioni.
L’opera si distingue correttamente in quattro parti diverse per contenuti, phatos e stile, più una quinta, “Amore”, composta di una sola poesia che è di fatto una dedica che chiude la raccolta.
Nella prima, Radice, emerge il legame viscerale e profondo che lega l’amore familiare, come madre, come figlia, come donna, dove le vicende biografiche ispirano riflessioni e racconti in versi di attimi di gioia e tristezza vissuti nella loro profonda essenza.
Nella seconda, Fiore, è protagonista la quotidianità degli eventi, dove è racchiuso lo scorrere della vita con le ansie, le sfide, le paure, le gioie - piccole bandiere, quest’ultime, issate in segno di vittoria.
Nella terza, Amnios, i sentimenti e le emozioni del vivere si fanno tutt’uno con la natura, interagiscono con essa, ne colgono il senso più autentico e profondo ed attraverso i versi lo mostrano con disarmante spontaneità, lo rendono quasi palpabile, ne trasmettono a tratti addirittura la fragranza e l’odore.
Nella quarta, Aere, si dà spazio ad una poesia più impegnata, sia socialmente che introspettivamente, laddove l’autrice riesce con delle metafore profonde a far respirare l’essenza stessa della sua poesia e della sua anima.
Agave trasuda profonda umanità ed i versi dell’autrice ne danno corpo e voce al tempo stesso in maniera delicata e profonda, come un vero “chirurgo dell’anima”.

                                                                                               Vito Rizzo

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