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giovedì 23 febbraio 2012

Mi vestirei di mare di Carla De Angelis

Nella vita nasce e si nutre la poesia di Carla De Angelis. Non ci sono fingimenti; è la realtà, quella del cuore, a cantare nei suoi versi. E sono versi asciutti perché nulla sia di troppo, perché non servono inutili giri di parole davanti al muto sentire dell’animo.  Proprio in tale sentire, che va oltre la bieca apparenza, che palpita e freme, si sostanzia la poesia di Carla. che diviene una voce forte della nostra contemporaneità dove sintesi e linearità tratteggiano uno stile diretto, incisivo, penetrativo.
Non ci sono avvenimenti eccezionali, personaggi illustri, storie blasonate, ma tutto è ricondotto ad una forte e intensa umanità: è l’uomo e la donna, nella loro quotidianità a essere protagonisti della storia, ad esprimere attraverso semplici e umanissimi gesti il grande senso della vita. Così Carla De Angelis ci dice: “Devi sapere che vivo di piccole cose/e grandi dolori, voli di Icaro/finiscono come gocce di acqua sul fuoco/continuo a pungermi con l’ortica/la porta sempre aperta/entrate  a piedi scalzi /non calpestate i disegni/. Perché ogni piccola cosa della nostra esistenza diventa grande in base al nostro sentire, perché il dolore ci piega e ci rende forti allo stesso tempo, ma soprattutto ci porta a desiderare di volare, come Icaro, purtroppo,  troppo vicino al sole;
Nelle poesie dedicate alla figlia si concentra il senso dell’amore, la dedizione assoluta che travalica la propria condizione per divenire insegnamento universale; non un insegnamento voluto, preteso, ma solo semplicissimo ed umilissino esempio. Carla ci esprime un concetto enorme con pochissime scarne parole: “Resto orfana/quando vai in vacanza/”. Si ribalta il ruolo materno, l’amore è così forte da privarci di ogni nostro passato davanti alla sua mancanza e la parola poetica diviene potenza assoluta.
Questo è uno dei motivi che mi hanno spinto a includere la poesia di Carla De Angelis nei quaderni “Le gemme”, perché sento l’autenticità dei suoi versi nei quali la parola assume senso e sostanza: è l’anelito infinito dell’uomo che respira aria, ma anela a vestirsi di mare.
                                                                                Cinzia Marulli Ramadori

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